RECENSIONE: Maledetta sfortuna di Carlotta Vagnoli

TITOLO: Maledetta sfortuna
AUTRICE: Carlotta Vagnoli
EDITORE: Fabbri
PAGINE: 192

TRAMA:
Di cosa parliamo quando usiamo l’epressione “violenza di genere”? Come nasce? Quali sono i primi campanelli d’allarme? Che cosa accomuna il catcalling al femminicidio? È tempo di fare chiarezza su un argomento che ci tocca tutti quanti, ma di cui si fa spesso fatica a parlare nei termini giusti: se ne fa carico Carlotta Vagnoli, giornalista, sex columnist, femminista, attivista, da anni punto di riferimento proprio sui temi della violenza di genere. Vagnoli sviscera il discorso affrontandolo a trecentosessanta gradi, parlando di revenge porn e di linguaggio dell’odio, di victim blaming e mezzi di comunicazione, di pregiudizi e luoghi comuni, di educazione e ruoli, di vittime e carnefici. E facendolo ci sprona a muovere un passo fuori dal branco e a diffondere la disciplina del consenso, aprendo la discussione sugli scenari futuri del rapporto tra uomo e donna, con la speranza in una società libera finalmente dagli stereotipi di genere.

RECENSIONE

Premessa: questa recensione esprime un giudizio sul libro in questione, non sull’autrice né sul suo lavoro più ampio.
Detto ciò, ora vado dritta al punto: secondo me questo libro non è all’altezza delle potenzialità e delle competenze che Carlotta Vagnoli ha manifestato in diverse altre occasioni. Io infatti seguo l’autrice su Instagram e apprezzo sempre molto le storie che dedica all’analisi di specifici casi (precise e potenti sono state, per esempio, le storie sul caso Genovese), nonché le caption dei suoi post o gli articoli (scritti da lei) che a volte condivide. La sua voce di solito è tagliente, nel senso che sa proprio aprire un varco di luce e conoscenza sugli stereotipi di genere, sul linguaggio sessista, sulla rape culture e su tutti i temi che affronta. La sua voce è forte, ma anche arrabbiata ed emotiva. E, personalmente, credo che la passione che mette nel raccontare e spiegare sia una delle sue armi vincenti. Purtroppo in questo libro non ho ritrovato la stessa energia impattante, lo stesso stile personale, la stessa forza espressiva. Maledetta sfortuna cerca un po’ di imitare il tono dei saggi accademici, senza però fornire l’approfondimento che di solito questi ultimi portano. Questo libro fa una panoramica su diverse tematiche, senza però soffermarsi con la dovuta e necessaria calma su nessuna. Potrebbe, forse, essere più adatto a chi è abbastanza digiuno di questi argomenti, a chi non ha già letto altro sul tema. La sensazione che ho provato scorrendo le pagine è simile a quella che mi ha provocato Donne dell’anima mia di Isabel Allende (trovate QUI la recensione), ovvero che io non fossi il tipo di lettore ideale per questo libro. Maledetta sfortuna pare voler parlare della violenza di genere in ogni sua forma, ma non dedica abbastanza spazio alle varie manifestazioni che tratta. Il libro, insomma, è troppo corto e un po’ superficiale. Devo ammettere che anche le dimensioni dei caratteri scelti e la stessa impaginazione del libro mi hanno dato la sensazione che editore e/o autrice abbiano cercato di occupare più spazio possibile con poco contenuto. Proprio in Maledetta sfortuna Vagnoli cita un saggio di Giomi e Magaraggia – Relazioni brutali, che ho letto un paio di anni fa – e che secondo me possiamo considerare come termine di paragone: il primo è un libro di divulgazione basic per profani, il secondo un testo accademico che – per quanto semplificato e fruibile da tutti – si fonda su delle ricerche specifiche e che per questo permette al lettore di ampliare il suo orizzonte conoscitivo.
Ecco, nell’insieme mi sento di consigliare il testo di Carlotta Vagnoli solo a chi vuole approcciarsi al tema della violenza di genere per la prima volta; se invece avete già letto altro e studiato un po’ l’argomento, credo che potreste rimanerne delusi. Concludo ribadendo che questa è, ovviamente, una mia personalissima opinione e che se questo libro ad altri è stato più utile che alla sottoscritta ne sono solo più che felice.

Cosa ne pensate? Conoscete l’autrice? Avete già letto questo libro?

Alex


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