RECENSIONE: Luce e Tenebra di Rick Riordan e Mark Oshiro

TITOLO: Luce e Tenebra
AUTORI: Rick Riordan e Mark Oshiro
EDITORE: Mondadori
PAGINE: 488

TRAMA:
Per Nico Di Angelo, figlio di Ade, segnato da troppi traumi e dolorose perdite, non esiste tregua. C’è solo un raggio di sole nella sua vita, letteralmente: il suo ragazzo, Will Solace, il figlio di Apollo. E ora perfino i suoi sogni sono tormentati: una voce invoca il suo aiuto dal Tartaro, e Nico crede di sapere chi sia… il titano Bob, un amico che si è sacrificato per chiudere le Porte della Morte e che Percy e Annabeth hanno dovuto lasciare indietro. Quando l’Oracolo predice l’impresa, Nico deve tornare nel più profondo degli Inferi, dove già una volta ha rischiato di perdere se stesso, con l’unico conforto di Will, che intende accompagnarlo, costi quel che costi. Ma può un figlio di Apollo, un essere di luce, sopravvivere in un luogo dove non esiste il sole? E il figlio di Ade, fatto di tenebra e dolore, può resistere al richiamo dell’oscurità? Nico dovrà combattere contro dei e demoni reali, ma soprattutto contro i suoi demoni interiori, in un viaggio che potrebbe condannarlo alle tenebre per sempre e costargli ciò che ha di più caro… Non può esserci luce senza oscurità, né oscurità senza luce.

RECENSIONE

Nico é sempre stato il mio personaggio preferito all’interno del mondo creato da Rick Riordan (a parte Percy, ovviamente), perciò quando ho letto che sarebbe uscito un libro dedicato proprio a lui non ho potuto che fare i salti di gioia. Inizialmente ero un po’ scettica sul fatto che il romanzo sarebbe stato scritto a quattro mani da Riordan e Mark Oshiro, infatti – io che amo la scrittura del primo – temevo che la voce di un altro autore potesse in qualche modo rovinarla… insomma volevo godermi soltanto il mio caro zio Rick. In realtà devo ammettere che il risultato finale non mi è dispiaciuto affatto.

Ma di che cosa parla questo libro? Nico, figlio di Ade, dopo molte notti insonni e continui incubi, decide di recarsi nel Tartaro per soccorrere l’amico Bob, prigioniero di Nyx, la dea primordiale della notte; Will Solace, figlio di Apollo nonché fidanzato di Nico, decide di andare con lui, nonostante i rischi che, proprio in quanto figlio del dio del sole, sa di correre in quel luogo tanto oscuro dove la luce è inesistente.
Un primo elemento che ho adorato di questo romanzo è l’ambientazione, ovvero gli Inferi e soprattutto il Tartaro, cioè la parte più profonda e pericolosa del regno dei morti, dove i mostri uccisi si rigenerano prima di tornare nel mondo umano. La rappresentazione del Tartaro mi aveva colpita molto già ne La casa di Ade, quando Percy e Annabeth finiscono proprio in questo terribile luogo; in Luce e Tenebra gli autori ne fanno una descrizione ancora più dettagliata e inquietante. Mi sono piaciuti soprattutto i punti in cui gli scrittori presentano il Tartaro come un organismo vivente, perché infatti dobbiamo ricordarci che Tartaro è stato una delle divinità primordiali, perciò in un certo senso continua a essere vivo.

Un altro aspetto che mi è piaciuto molto è la scelta di Riordan e Oshiro di non concentrarsi più di tanto sull’avventura quanto piuttosto sulla relazione tra i due protagonisti. Nonostante stiano insieme ormai da qualche tempo, Nico e Will hanno ancora molte questioni da risolvere, sia individualmente che come coppia: timori, insicurezze, segreti, menzogne… queste sono tutte cose che “inquinano” il loro rapporto, rendendoli spesso insicuri. Will e Nico sono le due facce opposte di una stessa medaglia: luce e tenebra, vita e morte, allegria e desolazione, positività e negatività. Se da una parte è forse vero che gli opposti si attraggono, dall’altra è spesso difficile per i due ragazzi riuscire a trovare un equilibrio. Ed è proprio questo, trovare un equilibrio, che i due devono fare per portare a termine la missione e ritornare indietro sani e salvi.

Ho condiviso la scelta dei due autori di dare voce a entrambi i protagonisti, mettendo però in primo piano la figura di Nico (la maggior parte dei capitoli è raccontata dal suo punto di vista), visto che è proprio Nico il personaggio che noi tutti conosciamo da più tempo e amiamo di più tra i due…. Insomma, direi che dopo tutti questi anni il giovane Di Angelo si è meritato il ruolo da protagonista per una volta.
Nico è anche colui che cambia di più nel corso del romanzo: la discesa negli Inferi diventa per il figlio di Ade un vero e proprio viaggio alla scoperta delle parti più nascoste dalla sua anima, è un viaggio che lo porta ad affrontare i numerosi demoni che ormai da troppo tempo si porta dentro. Fin dalla sua prima apparizione ne La maledizione del titano Nico è stato il personaggio più complicato psicologicamente di tutta la saga e nel corso degli anni le cose per lui sono diventate sempre più pesanti, perciò è stato bello vederlo affrontare finalmente tutti questi suoi tormenti interiori per cercare di sconfiggerli una volta per tutte.
Per quanto io ovviamente continui di gran lunga a preferire Nico, anche il personaggio di Will non mi è dispiaciuto, soprattutto ho trovato ammirevole il suo coraggio nel voler accompagnare il fidanzato nel luogo peggiore di tutti.

Luce e tenebre non è un libro perfetto (la prima parte secondo me é un po’ lentina) e non è sicuramente il libro migliore di Rick Riordan, però è comunque un buon romanzo che si fa leggere più che piacevolmente.

P.S. Se ne avete la possibilità, consiglio la lettura in inglese, perché la traduzione italiana secondo me non è stata fatta molto bene…

Marta

fantasy, Mondadori, recensione, Rick Riordan

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