RECENSIONE: La bestia di Brixton di Gianni Mazza

TITOLO: La bestia di Brixton
AUTORE: Gianni Mazza
EDITORE: Operaincerta
PAGINE: 318
TRAMA:
Una bella casa, una donna che lo stima e lo ama, un lavoro che lo soddisfa, due genitori affettuosi. È il mondo in cui vive Mark, un giovane e promettente attore, un mondo in cui ha tutto ciò che un uomo può desiderare. Mark, però, non è un solo uomo. In lui coabitano Karl, Damian, Jo, Sam, Jimbo, e chissà quanti altri. Perché Mark soffre del disturbo dissociativo dell’identità, e in lui convivono, senza che lo stesso ne sia cosciente, più personalità, indipendenti tra di loro e a volte contrastanti. Durante il giorno c’è Mark, la sua carriera, la donna che ama, la notte è Karl, insieme a suo fratello Damian, a prendere possesso del corpo e ad andare alla ricerca delle donne per “dipingere” il suo quadro perfetto. C’è tutto questo ne “La bestia di Brixton”, un romanzo che racconta un mondo sommerso all’interno della mente umana…

RECENSIONE

Trama in breve: Mark è uomo che conduce una vita normale, ha dei genitori adottivi che adora, una donna che ama e un lavoro di attore di teatro che svolge con impegno e soddisfazione. Nella stessa città si aggira la Bestia, uno psicopatico che ritiene di fare dell’arte compiendo omicidi.

Recensire questo libro mi offre diversi spunti.
Iniziamo con l’analizzare la struttura. Il testo è composto da brevi capitoli anticipati sempre da un aforisma o dalla frase di un celebre autore: da Cicerone a William Shakespeare, da Schopenhauer a Franz Kafka, Tennessee Williams, Pablo Picasso, Katharine Hepburn e tanti altri.
Gradevole scoperta: la piccola premessa non è che un distillato del capitolo stesso
La brevità di ogni singolo episodio, inoltre, rende la lettura agevole, pertanto oserei dire che un capitolo tira l’altro.
Il secondo aspetto su cui vorrei soffermarmi riguarda le voci dello stesso protagonista, mutevoli e ben identificabili.
Vagamente infantile quella di Mark.
Malefica e scurrile quella di Karl.
Istigatrice quella di Damian.
Paterna quella di Jo.
La scrittura è chiara e scorrevolissima, le frasi scarne e brevi la rendono, in una sola parola, moderna.
Unico neo per ciò che riguarda la trama, a mio vedere, è la scena del duplice omicidio in cui la contemporaneità va a discapito della credibilità.
[SPOILER: evidenzia le prossime righe per leggerle.]
Strozzare due donne nello stesso istante usando una sola mano per ciascuna (sebbene vulnerabili per lo stordimento del sesso appena consumato), mi pare poco probabile. La Bestia è descritta con una corporatura normale, non mastodontica; per altro le donne, non essendo nemmeno legate, avrebbero potuto difendersi facilmente.
Detto ciò vado a sottolineare un altro aspetto, non meno importante, anzi… ed è la Voce. Dopo tanti personaggi/personalità, infatti, quella che prevale più di tutto e soprattutto è “la Voce umana” (dico umana nel senso più alto del significato). Sovrasta a tal punto che perfino La Bestia, entità senza scrupoli né sentimenti, per un certo tempo, ne è sopraffatto grazie a ciò che prova per Valery.
Il trauma, causa del “male” che ha fatto scaturire gli eventi e la connivenza dei personaggi, viene raccontato a piccole dosi lungo tutto il percorso del testo, e il lettore riesce così ad avere il quadro completo del passato.
Interessante è anche la scelta del copione da fare interpretare a Mark (scritturato come attore principale per un film). A riguardo non voglio aggiungere nulla per non guastarvi l’interessante evoluzione.
Altra cosa che mi ha colpita, per il tipo di storia, è stata la mancanza di horror. Ciò che voglio dire è che le scene più cruente non sono descritte con particolari raccapriccianti, ma proprio in ciò (almeno credo) si nota la scelta dell’autore di fare prevalere Voce e voci, e non la violenza in sé. Ovviamente c’è (la violenza) ma, in definitiva, non è descritta con morbosità; in alcuni punti potrei definire le descrizioni, soprattutto quelle successive all’azione, addirittura sbrigative.

A me il libro è piaciuto, la scrittura ribadisco è assai scorrevole, e sono sicura che l’autore, Gianni Mazza, saprà offrirci nuove ed interessanti storie.
Io le leggerò volentieri.

Cosa ne pensate? Vi piacerebbe leggere questo thriller?

Adelaide J. Pellitteri

autori emergenti, recensione, thriller

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