Sherlock Holmes (Arthur Conan Doyle) vs Poirot (Agatha Christie)

copertina del libro mondadori con tutte le avventure di sherlock holmesTITOLO: Sherlock Holmes – Tutti i romanzi e tutti i racconti
AUTORE: Arthur Conan Doyle
EDITORE: Mondadori
PAGINE: 1219

TRAMA:
“Uno studio in rosso”, “Il segno dei quattro”, “Il mastino dei Baskerville”, “La valle della paura” oltre a decine di magistrali storie brevi: ecco riuniti in un unico volume i quattro romanzi e i cinquantasei racconti che vedono come protagonista il prototipo di tutti gli investigatori di carta, Sherlock Holmes.

COMMENTO

Dopo questa intensa rilettura, il mio verdetto rimane invariato: preferisco Poirot!
Ho letto per la prima volta qualche racconto su Sherlock Holmes quando andavo alle scuole medie, non ne sono rimasta colpita e ho deciso di passare ad Agatha Christie, che è diventata in breve tempo la mia giallista preferita. Nel corso dell’ultimo mese mi sono dedicata a una lettura completa di tutti gli scritti di Sir Arthur Conan Doyle sul suo celebre investigatore londinese e… continuo a preferire Poirot. 

Purtroppo non riesco a condividere le lodi degli appassionati di Sherlock Holmes: trovo il detective troppo esuberante e le sue soluzioni esageratamente fantasiose. Mi spiego meglio. La maggior parte delle avventure di Holmes sono contenute in racconti brevi, e questa soluzione narrativa non permette quasi mai di approfondire per davvero il caso; le soluzioni dell’investigatore – fin troppo adrenalinico per i miei gusti – sono spesso stupefacenti e molto poco realistiche. Il suo autore non cerca di essere logico, non mette alla prova il lettore dandogli tutti gli indizi necessari, bensì gioca sempre sull’effetto sorpresa, sul caso al limite dell’assurdo, sull’imprevedibile. Ci sono dei casi che sconfinano letteralmente nel fantastico. Le vicende di Sherlock Holmes sanno più di action che non di giallo

Perché preferisco Agatha Christie? Perché la sua penna, secondo me, è molto più fine. L’autrice presta particolare attenzione ai dettagli e mette sempre il lettore nelle condizioni di seguire le indagini passo passo. Poirot (in realtà anche Miss Marple, però concentriamoci sui detective professionisti) nelle sue spiegazioni è chiaro, e anche quando arriva il plot twist è ben argomentato. I suoi casi sono inoltre molto più realistici, senza elementi sovrannaturali o giochi di scienza improbabili. 

Arthur Conan Doyle gioca sullo stupefacente e sull’azione, Agatha Christie sulla componente psicologica e sulla meticolosità dei dettagli. 

Un altro elemento che mi fa preferire racconti e romanzi della Christie, è infatti la presenza di storie secondarie degne di nota e la sua capacità di approfondire anche i personaggi non protagonisti. Nei romanzi di Poirot c’è l’universo delle relazioni umane in atto: storie d’amore, beghe familiari, passati da nascondere, dolori profondi… i personaggi hanno una vita, un passato e un futuro, uno spessore. Quelli che fanno da sfondo ai trionfi di Sherlock Holmes sono proprio solo uno sfondo, macchiette utili solo per mettere in luce le abilità del detective. E questo, purtroppo, vale anche per il dottor Watson… che proprio non regge il confronto con la personalità di Hastings. 

L’ultimo elemento che mi spinge a consegnare la vittoria di questo confronto a Poirot, è la quasi totale assenza di dilemmi morali che caratterizza Holmes. Lui infatti, in diverse occasioni, decide di lasciare liberi anche criminali che hanno commesso omicidi, perché dal suo punto di vista quel particolare assassinio era giustificato. Segue un po’ la logica del “se hai ucciso una persona cattiva, hai fatto bene, perdonato”. E la cosa non sembra turbarlo minimamente. A Poirot invece capita di chiudere un occhio su qualche piccolo crimine secondario (tipo un furtarello “innocente”), ma per lui l’omicidio – anche quando conseguenza inattesa, o compiuto per “buone” ragioni – non è mai giustificato. E anzi, ci sono stati alcuni casi in cui il dilemma morale per lui è stato davvero molto forte, estenuante. Hercule Poirot può capire le ragioni di un assassinio, è un uomo molto empatico, ma non può perdonarlo (mi viene in mente una sola eccezione…).

Di entrambi gli investigatori esistono però delle ottime trasposizioni televisive: Sherlock con Benedict Cumberbatch ha saputo rendere molti casi ben più interessanti della versione scritta, colmando anche le lacune di Conan Doyle che ho elencato qui sopra; e il Poirot di David Suchet è perfino più convincente dell’originale cartaceo.


Voi cosa ne pensate? Quale investigatore preferite?

Alex

giallo, mistero, Poirot, recensione, Sherlock Holmes

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