REVIEW TOUR: I racconti di Elmoni – La leggenda degli Unici di Alessandro Ricci
TITOLO: I racconti di Elmoni – La leggenda degli Unici
AUTORE: Alessandro Ricci
EDITORE: Solferino
PAGINE: 400
TRAMA:
Insicuro, distratto, perfettina e bullo sulla Terra. Mago, ranger, ladra e guerriero su Elmoni. Su entrambi i pianeti quattro ragazzi del piccolo paese di Candorsola, Davide, Roberto, Amelia e Marco, si ritrovano un’ingombrante, odiosa etichetta. Eppure loro sono Unici. Sono i mitici eroi delle leggende elmoniane, i soli capaci di viaggiare tra due mondi, due dimensioni parallele mai in contatto tra loro. Se ogni essere umano ha un proprio inconsapevole doppio nell’altro universo, a loro sembra essere misteriosamente riservato un destino diverso. Questi quattro studenti si ritrovano trasportati in un luogo sconosciuto, al di là del Manto che separa la Terra ed Elmoni dall’origine dei tempi.
Per questo dono, a loro è affidata la missione decisiva: sconfiggere il Coro e i suoi inquietanti adepti, i Cantori, per salvare entrambi i pianeti. In un susseguirsi di colpi di scena e azione, i ragazzi conoscono ciò che li unisce, scendendo a patti con i propri limiti per scoprire il loro valore. Un viaggio che avrà enormi conseguenze sulle loro vite.
La strada degli Unici è lunga e impegnativa; il nemico, astuto e vicino, più di quanto pensino… Saranno pronti per lo scontro?
RECENSIONE
Scontato, banale, noioso. Questi erano alcuni degli aggettivi che, per la prima parte, hanno accompagnato la lettura dell’ultima fatica di Alessandro Ricci. Provavo emozioni contrastanti, e non ritrovavo quella fantasia che ha sempre contraddistinto le sue opere… fino a quando, a un certo punto, ho avuto un’illuminazione.
La leggenda degli Unici è un libro fantasy per ragazzi che usa un espediente narrativo che negli ultimi anni ha riscontrato grande successo all’interno di manga (nel filone Isekai) e film (ad esempio la nuova serie di Jumanji): ecco da dove nasceva il mio senso di già visto, ed in effetti in parte è così. Messo da parte il mio essere un gigantesco rompicogl… pignolo, mi sono fermato e ho riflettuto un attimo. È vero, i protagonisti non sono particolarmente originali, così come non lo è il pretesto, ma – come si suol dire – il viaggio è meglio della destinazione. Ed è proprio il viaggio di crescita di questi quattro inaspettati eroi che mi ha riportato al Ricci che conosco, e che mi ha anche fatto ammettere che non ci avevo capito una minch… ceppa.
Ogni personaggio rappresenta un archetipo: la ragazza modello, lo svampito che è troppo immerso nel suo mondo dei sogni, il ragazzetto che non sa ancora chi è e cosa vuole diventare, il ragazzo che si protegge rivalendosi sugli altri; ognuno di loro con una famiglia altrettanto archetipica con genitori assenti, troppo presi a farsi la guerra tra loro, troppo protettivi, o troppo impegnati a fregiarsi dei successi dei figli. Il discorso è rivolto a un pubblico di ragazzi, ragazzi che non troverebbero difficoltà a rispecchiarsi in quegli stereotipi e a rivedere amici, conoscenti, parenti.
Come dicevo il fulcro qui è il cammino dell’eroe, e la storia fantasy è tutta un pretesto per far crescere i protagonisti, permettergli di maturare, e di trovare una loro soluzione che potrebbe ispirare anche i giovani lettori, portarli a porsi delle domande, a risolvere ansie, insicurezze e paure, ad affrontare con uno sguardo nuovo i conflitti e a migliorarsi, come persone. Il messaggio è arrivato forte e chiaro (scusa Alessandro se non lo ho compreso e se nelle prime righe ti ho fatto venire un infarto), accompagnato anche da alcuni sottotesti “sociali” che sono stati colti e apprezzati, proprio per il modo con cui sono stati affrontati: chiaro, preciso, leggero ma non banalizzante.
Accanto alle vicende, sono piacevoli anche lo sviluppo e la crescita che vivono i personaggi, sia singolarmente che nei rapporti in quanto gruppo.
Il mondo fantasy di Elmoni è poi una bella cornice, ben costruito, ben caratterizzato, ricco di bestie fantastiche, leggende, usanze… che per quanto non troppo approfondite hanno dato all’ambientazione una sufficiente caratterizzazione e soprattutto un’ottima vitalità. Pur non essendo il mondo immaginato dall’autore il protagonista della storia, l’ho percepito ampio, vivo e con moltissimi misteri ancora da svelare.
Parlando della narrazione e della scrittura, sono entrambe ottime. Il modo in cui sono raccontati gli eventi è inattaccabile; niente di mai visto, ma a suo modo quasi perfetto proprio per la semplicità e la fruibilità che regala alla lettura. Vanno segnalate alcune scelte apprezzabili, su tutte quella di cambiare in ogni capitolo il punto di vista della voce narrante, alternando tra loro i quattro ragazzini e i due “villain” della storia.
Mettendo da parte la mia opinione sulla parte iniziale del testo (molto soggettiva), ci tengo a fare alcuni piccoli appunti all’autore (che da anni ritengo essere una delle migliori penne che ho avuto il piacere di leggere).
Devo infatti segnalare un difetto, forse l’unico vero problema del libro: troppi refusi. Punteggiano il testo come le stelle in una notte senza luna… no dai, non esageriamo, però ne ho contati almeno una dozzina, ed è un peccato, soprattutto considerando che il testo è stato seguito da una grande casa editrice (il peggiore è un personaggio che per una riga cambia nome).
Siccome siamo in area critiche, ne metto una seconda più marginale: i ragazzi mi sono sembrati troppo grandi per la loro età, non sempre, solo alcune volte, forse troppo maturi per dei ragazzi di 12/13 anni… ne avessero avuti 15, forse mi sarebbero sembrati meno stonati.
La terza critica che porto è invece rivolta a uno dei due villain, messo completamente in ombra dal suo “compare oltre velo”. Lui sì che è uno stereotipo di quelli standard, e soprattutto non ha un vero e proprio sviluppo, per ora… però anche qui devo ritirarmi e devo ammettere che anche questa critica, come la precedente, è una critica solo a metà, proprio perché è palesemente in linea sia con il personaggio sia con le intenzioni dell’autore: paranoico, convinto che LORO lo abbiano sabotato nella vita, questo villain in realtà è messo in ombra da se stesso, dal suo ego e dalla sua mania di grandiosità – termine clinico: disturbo narcisistico di personalità, mixato a deliri e a un pelino di antisocialità. Colgo la sottile ironia del farlo mettere in ombra dal suo compagno di merende – letteralmente se stesso di un altro mondo.
Quindi pure questa critica è ampiamente irrilevante.
Un piccolo plauso lo faccio a come si tratta il discorso dei ruoli sociali, uno di quei sottotesti accennati sopra. Si affrontano in modo leggero aspetti che turbano qualunque ragazzo adolescente e oltre, si tratta il tema delle aspettative, degli stereotipi, dei meccanismi difensivi, delle difficoltà di assumere un ruolo nuovo e della facilità con cui si assume un ruolo tanto desiderato… Che dire, se non che raramente ho visto un tema così complesso trattato bene e soprattutto con una tale naturalezza.
Piacevole anche la strizzatina d’occhio ai ruoli dei GDR cartacei, anche se non si parla di gioco di ruolo in senso stretto ma più in senso lato.
In conclusione, possiamo dire che il libro è eccezionale (anche se non privo di difetti). Consigliato a tutti, non solo ai ragazzi che sono il principale target. I temi trattati sono pertinenti, ben affrontati e il tutto senza appesantire o senza senso di paternale. I messaggi sono degli evergreen della letteratura per ragazzi ma portati avanti molto bene e, secondo me, capaci di colpire nel segno.
Insomma, direi che, come esordio nella grande letteratura, è un ottimo esordio. Oramai Alessandro Ricci non è più un “autore emergente”, tuttavia (memento mori in arrivo) come disse un saggio zio “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”. E soprattutto, nel caso dovesse mai riprendere, Ricci non potrai più partecipare a concorsi come In mille parole: ora vogliamo solo trovarti in libreria.