RECENSIONE: Un’inchiesta sordida di Marcello Nucciarelli

TITOLO: Un’inchiesta sordida
AUTORE: Marcello Nucciarelli
PAGINE: 368
EDITORE: Alcheringa

TRAMA (redatta da Adelaide)
Ad Amsterdam, una coppia di giovani studenti viene trovata uccisa nella palestra dove si allenava il ragazzo. Il commissario Gretije De Witt incaricato del caso si butta a capofitto nelle indagini. Sguinzagliando la sua squadra, attivissima e collaborativa, mette sotto torchio compagni di scuola, professori, conoscenti e familiari delle vittime pur di risolvere il caso che, per la giovane età delle vittime e l’efferatezza del delitto, ha scosso non solo l’opinione pubblica ma anche l’intero corpo di Polizia. Purtroppo, più si indaga più si infittisce il mistero. Infatti, a mano a mano che qualche indizio suggerisce un ipotetico colpevole, accade che…
Una morte disgraziatamente accidentale e altri delitti renderanno ancora più angusto il percorso delle indagini. Tra prove concrete, semplici indizi e psicologia degli indagati Gretije affronterà un fallimento dopo l’altro.
Ogni soggetto coinvolto nell’inchiesta ha qualcosa da nascondere, perfino qualche reato per il quale non ha ancora pagato, e Gretije non è tipo da lasciar correre; ma il sordido che emerge durante la ricerca della verità la costringe a guardarsi dentro, a farsi carico anche della sua responsabilità. 

RECENSIONE

Nei gialli contano la suspense, il metodo con il quale vengono condotte le indagini, il conflitto tra l’accusatore e l’accusato, il colpo di scena e infine il movente. Ma conta anche il ritmo che deve essere incalzante, ogni pagina deve innescare nel lettore il desiderio inderogabile di leggere la pagina successiva, senza tempi morti, senza calo di tensione. Solo a queste condizioni il “gioco” può dirsi perfettamente riuscito. Tutto ciò, in un assemblaggio perfetto, l’ho trovato nel giallo poliziesco di Marcello Nucciarelli.
Un’inchiesta sordida – titolo che non poteva essere diverso – tratta di omicidi avvenuti nel mondo adolescenziale, età – questa – con personalità ancora da definire, altre irrimediabilmente compromesse, ma parla anche di adulti che si portano dietro vecchi errori giovanili in grado di rendere, se è possibile, il caso ancora più intricato.

I meccanismi che Nucciarelli mette in moto non fanno una piega, sono frutto di una logica raffinata e sapiente. Con una scrittura scorrevole e nitida, il lettore viene coinvolto, elabora le proprie tesi senza che nessuna di queste, però, riesca a materializzarsi (almeno, per me è andata così).
Il testo non è solo un’indagine su degli omicidi, nel senso più convenzionale della parola, ogni dramma familiare e personale ne genera immancabilmente un altro con conseguenze gravi, irreversibili, e costringe Gratije a riflettere sul suo “modus operandi”, e non solo per quanto riguarda le indagini, ma anche in riferimento alla sua vita privata.

Ambientato ad Amsterdam, Nucciarelli fa tesoro delle peculiarità della città, così anche il quartiere a luci rosse entra tra le pagine, ma con naturalezza, senza forzature, affidando al personaggio più idoneo il “transito” da quelle parti.
Ogni “interprete” – soprattutto quelli ai comandi del commissario – ha il proprio spazio, pur muovendosi sempre all’interno della squadra vive una propria autonomia e indipendenza, evidente quella di Marco. Tra gli altri ho apprezzato in particolar modo la figura del medico legale, il cui passato ha dato una risposta soddisfacente alle domande/riflessioni che Gretije – come pure il lettore – si era posta. Da ogni lavoro si possono prendere le distanze per mantenersi freddi e lucidi, ma la propria umana sensibilità non può scomparire mai del tutto.
Per ultimo cito Rutger, figura che fin dalle prime pagine, e per tutto il romanzo, incombe sulla coscienza di Gratije. Una presenza quasi impalpabile, ma scomoda come un sassolino nella scarpa.

N.B. Leggendo scopro che il personaggio di Gretije De Witt è ricorrente nei gialli di Marcello Nucciarelli, infatti si fa riferimento ad altre indagini rintracciabili in Il killer dei camerieri, Il segreto di Groningen e La pista portoghese. Ciò mi dice che di questo autore ho senza dubbio altri bei gialli da leggere.

Adelaide J. Pellitteri

 


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Commento

  • Grazie infinite, Adelaide, per questa bellissima recensione: hai scovato davvero tutti gli elementi su cui volevo portare l’attenzione del lettore (tranne il colpevole!). Grazie di cuore anche ai responsabili del blog: svolgete un lavoro indispensabile per diffondere informazioni e far conoscere gli autori, e questo significa fare cultura.

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