RECENSIONE: Eppure cadiamo felici di Enrico Galiano

TITOLO: Eppure cadiamo felici
AUTORE: Enrico Galiano
EDITORE: Garzanti
PAGINE: 381

TRAMA:
«Sai perché mi scrivo sul braccio tutti i giorni quelle parole, “la felicità è una cosa che cade”? Per ricordarmi sempre che la maggior parte della bellezza del mondo se ne sta lì, nascosta lì: nelle cose che cadono, nelle cose che nessuno nota, nelle cose che tutti buttano via.»

Il suo nome esprime allegria, invece agli occhi degli altri Gioia non potrebbe essere più diversa. A diciassette anni, a scuola si sente come un’estranea per i suoi compagni. Perché lei non è come loro. Non le interessano le mode, l’appartenere a un gruppo, le feste. Ma ha una passione speciale che la rende felice: collezionare parole intraducibili di tutte le lingue del mondo, come cwtch, che in gallese indica non un semplice abbraccio, ma un abbraccio affettuoso che diventa un luogo sicuro. Gioia non ne hai mai parlato con nessuno. Nessuno potrebbe capire.
Fino a quando una notte, in fuga dall’ennesima lite dei genitori, incontra un ragazzo che dice di chiamarsi Lo. Nascosto dal cappuccio della felpa, gioca da solo a freccette in un bar chiuso. A mano a mano che i due chiacchierano, Gioia, per la prima volta, sente che qualcuno è in grado di comprendere il suo mondo. Per la prima volta non è sola. E quando i loro incontri diventano più attesi e intensi, l’amore scoppia senza preavviso. Senza che Gioia abbia il tempo di dare un nome a quella strana sensazione che prova.
Ma la felicità a volte può durare un solo attimo. Lo scompare, e Gioia non sa dove cercarlo. Perché Lo nasconde un segreto. Un segreto che solamente lei può scoprire. Solamente Gioia può capire gli indizi che lui ha lasciato. E per seguirli deve imparare che il verbo amare è una parola che racchiude mille e mille significati diversi.

RECENSIONE

Tutta la prima metà di questo libro è stata un crescendo di emozioni: mi sono innamorata di Enrico Galiano pagina dopo pagina, sempre di più e sempre più a fondo. Di Enrico Galiano, l’autore, e di Gioia, la protagonista del suo primo romanzo.

Gioia è tutto tranne che gioiosa, visto che la vita non le ha regalato delle giornate proprio felici… I suoi genitori sono piuttosto difficili, per usare un eufemismo: disoccupati, con tendenze all’alcolismo, immaturi e un po’ violenti. Anche a scuola le cose non vanno un granché bene, perché Gioia è una ragazzina troppo particolare e troppo profonda per accettare la superficialità del finto mondo che la circonda. Lei ascolta musica “vecchia”, musica da ribelli di altri tempi; lei in classe si perde sulle nuvole e segue interessata solo il professore di filosofia, il quale la fa volare in altri mondi, migliori, in mondi di dubbi, domande e vera ricerca; lei colleziona parola intraducibili, parole bellissime, bruttissime, tristissime o ridicole… che, però, non possono essere tradotte in italiano, se non attraverso lunghe perifrasi.

Nonplussed (inglese): quando provi qualcosa di talmente forte e contrastante che non sei in grado di descriverlo a parole.

Mbuki-mvuki (lingua bantu): il desiderio di levarsi i vestiti e iniziare a ballare. 

Gioia vorrebbe andare via, fuggire, sparire da qualche parte… finché, una notte, correndo fuori di casa per evitare i suoi genitori, non incappa in uno strano tipo che sta giocando a freccette, al buio, solo, in un bar chiuso. Il tipo è Lo, o almeno così si presenta.
L’incontro fa scoppiare le scintille: finalmente Gioia ha trovato qualcuno che la vede, la sente, la ascolta, la capisce… qualcuno che, quasi sempre, riesce a vedere il mondo con i suoi occhi, a farsi le sue domande.

Il migliore dei mondi possibili è quello dove nessuno ha bisogno di tradurre sé stesso, per farsi capire dagli altri. 

Enrico Galiano riesce a essere delicato e dirompente allo stesso tempo, il suo stile è dolce, ma deciso. Sa di Gioia, che è forte e delicata, ha paura ma anche tanto coraggio. L’autore dipinge un universo di carta che sa di realtà, che porta filosofia e descrive, per davvero, l’animo di un’adolescente incasinata.
Se non si fosse capito, questo libro mi è piaciuto molto.

L’unica cosa che, oltre a turbarmi non poco, mi ha fatto anche storcere un pochino il naso, è l’atmosfera di dubbio che pervade la parte centrale del romanzo: avere domande sulla natura sovrannaturale di alcuni individui non mi ha entusiasmata.
Ho trovato invece geniale la conclusione.
Le lettere delle ultime pagine hanno straziato il mio cuoricino e inumidito i miei occhioni.

SPOILER: amo gli happy ending, anche quando così velati.

Consiglio Eppure cadiamo felici a chi ama i ragazzi, a chi vuole scoprire i casini dei giovani, a chi vuole viaggiare nella loro mente, scoprire il loro cuore… e innamorarsi di loro. 

Alex

adolescenti, amore, Garzanti, recensione, Young Adult

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