RECENSIONE: Come un romanzo di Daniel Pennac

TITOLO: Come un romanzo
AUTORE: Daniel Pennac
TRAMA:
È proprio attraverso l’analisi del comportamento, di come giorno dopo giorno interagiamo con l’oggetto libro e i suoi contenuti, che Pennac riesce a dimostrare alcune storture dell’educazione non solo scolastica, ma anche familiare. Laddove, normalmente, la lettura viene presentata come dovere, Pennac la pone invece come diritto e di tali diritti arriva a offrire il decalogo. Piena libertà dunque nell’approccio individuale alla lettura perché “le nostre ragioni di leggere sono strane quanto le nostre ragioni di vivere”.

RECENSIONE

Come un romanzo è il primo libro che leggo di Daniel Pennac (nonostante quest’autore francese abbia avuto un buon successo anche in Italia) e devo dire che me lo sono divorato.

Come un romanzo non è affatto un romanzo, come potrebbe suggerire il titolo, bensì una sorta di saggio sulla lettura. L’autore si rivolge agli adolescenti, ovvero a coloro che si trovano in quella fase della vita che per molti rappresenta il buco nero della lettura. Pennac fornisce un manuale di istruzioni da tenere sempre in considerazione per cercare di far comprendere ai giovani come dovrebbe essere affrontata la scoperta di un libro.

Ciò su cui l’autore si focalizza principalmente sono i motivi per cui i ragazzi non leggono… Mancanza di tempo? Noia? Paura di non essere all’altezza? Altri hobby?
Le ragioni sono svariate, ma secondo l’autore (idea che personalmente condivido appieno) la vera colpa va data alla scuola: tutti i bambini sono grandi amanti della lettura, poi intorno ai 12 anni iniziano a perdere completamente interesse per i libri e, non a caso, il periodo in cui ciò capita è proprio quello della scuola media, quando i professori di italiano iniziano a imporre agli alunni alcuni libri da leggere. Perché gli insegnanti fanno questo? Sicuramente non per far divertire i loro alunni o per insegnare loro qualcosa, ma semplicemente per poterli poi sottoporre a una bella verifica sul romanzo letto… Direi che non c’è proprio niente di peggio che leggere un romanzo con l’ansia di doversi ricordare tutto alla perfezione per rispondere a delle scontatissime domande, non trovate?

Proprio come spiega Pennac, la lettura è il mondo della libertà assoluta, quel regno a cui chiunque può accedere o da cui chiunque può uscire senza difficoltà non appena lo desidera; nel regno della lettura non esistono regole o obblighi, ognuno può fare quello che desidera quando loro desidera. Leggere un libro non deve essere una corsa contro il tempo o un percorso a ostacoli da portare a termine, ma un dolce viaggio che ognuno compie nel tempo che ritiene opportuno e nel modo che preferisce: niente divieti, niente sensi unici da rispettare, niente stop a cui fermarsi, ma pura libertà.

Le riflessioni sviluppate da Pennac non sono per niente banali, anzi credo che l’autore abbia fatto proprio centro, riuscendo a comprendere alla perfezione l’atteggiamento dei giovani e ciò che li porta a non leggere.

Ho apprezzato anche lo stile dell’autore: frasi brevi e accattivanti, linguaggio molto semplice e diretto, quasi come se stesse dialogando animatamente con un qualunque adolescente.

Insomma, un libro piacevole e veloce da leggere, in grado di fornire importanti spunti di riflessione su una delle principali malattie che negli ultimi anni sta infettando la nostra società.

Avete letto qualcosa di Pennac? Conoscete questo libro?
Fatemi sapere cosa ne pensate 😉

MARTA

classici, Daniel Pennac, letteratura francese, recensione

Commento

  • adelaide j. pellitteri

    Anch’io, come te condivido il pensiero che l’amore per la lettura muoia lì dove dovrebbe nascere, a scuola. Questo testo di Pennac sembra interessante.

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