RECENSIONE: Bestiario sentimentale di Guadalupe Nettel

TITOLO: Bestiario sentimentale
AUTRICE: Guadalupe Nettel
EDITORE: La nuova frontiera
PAGINE: 121

TRAMA:
Nei cinque racconti di “Bestiario sentimentale” la vita degli animali, governata dagli istinti e dalle leggi implacabili della natura, si fa specchio delle relazioni tra esseri umani. Così, osservando la silenziosa esistenza dei pesci combattenti, una donna si trova a fare i conti con la crudeltà che nasce in un rapporto di coppia agli sgoccioli. Una casa invasa dagli scarafaggi diventa teatro di una guerra tra specie in cui si rispecchiano i conflitti familiari. Una gatta e la sua cucciolata offrono l’occasione per riflettere sulla maternità, quando è desiderata e quando non lo è. Un fungo e una vipera svelano rispettivamente il misterioso legame che unisce due amanti e il dolore di una passione impossibile. Attraverso le storie dei loro animali, Guadalupe Nettel, racconta in maniera magistrale la vita di uomini e donne fragili, consumati da amori non corrisposti, colti nei momenti più importanti e delicati della vita in cui decisioni irrevocabili possono cambiare il corso di un’esistenza: mancarsi per un soffio, ritrovarsi o perdersi per sempre.

RECENSIONE

Questa breve raccolta di racconti è davvero breve: l’intero libro potrebbe essere letto in un paio d’ore. E vista la forte capacità ipnotica di ogni racconto, non mi meraviglierei se qualche lettore o lettrice decidesse di divorare tutte le pagine in un colpo solo. Tuttavia questo non è stato l’approccio adottato dalla sottoscritta (principalmente per mancanza di tempo: non ho avuto un mezzo pomeriggio da dedicare interamente a Bestiario sentimentale) e non ho ancora ben definito se il mio centellinare le pagine mi abbia portata ad apprezzare di più o di meno questi racconti. Poco ma sicuro mi sono piaciuti, e tanto.
Il primo racconto, La vita matrimoniale dei pesci rossi, è struggente nella sua atmosfera rassegnata, disperato nella passiva accettazione degli eventi; contiene inoltre il parallelismo con il mondo animale che ho preferito. Chissà, forse perché in fondo i pesci rossi sono gli animali a cui io stessa mi sento più vicina. Guerra nell’immondizia e Funghi non hanno suscitato la stessa comprensione da parte mia, quanto piuttosto un certo ribrezzo: sentimento sostituito da tenerezza per il finale del primo e rimasto invece inalterato per l’intera durata del secondo. Lo ammetto, Funghi mi è parso al limite del disturbante. La protagonista di Felina l’ho capita, ma non approvata. La vipera di Pechino, tra tutti, è secondo me il racconto meno riuscito, nonostante sia quello di chiusura della raccolta: meno d’impatto – cosa che gli altri, nel bene o nel male, sono – e anche un po’ ripetitivo, leggermente simile a Funghi
La raccolta racconta e riflette per immagini molto bene sulla fragilità dei suoi protagonisti, sull’imprevedibilità delle relazioni e dei sentimenti umani (o forse proprio sul loro contrario: la prevedibilità che ci rifiutiamo di riconoscere e ammettere); riesce a dar voce a sensazioni difficilmente esprimibili con coscienza a parole, utilizzando al posto di monologhi espliciti continui riferimenti alla vita degli animali con cui i protagonisti sembrano vivere in simbiosi
L’unica “i” su cui mi sento di mettere un puntino è la seguente: i funghi non sono animali… ma la loro presenza nella raccolta risulta comunque così azzeccata che possiamo chiudere un occhio su questa inesattezza. 

Consiglio Bestiario sentimentale a tutti i lettori e tutte le lettrici in cerca di un libro rapido e intenso: il forte impatto emotivo è garantito. 

Cosa ne pensate? Vi ispira?

Alex


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