In mille parole #5: Bum bum bum di Adelaide Pellitteri

Buongiorno a tutti! Il tema dell’ultima edizione di In mille parole era la genitorialità. Il concorso si è concluso lo scorso 13 marzo, perciò oggi siamo pronti per svelarvi la classifica finale e proporvi la lettura del racconto vincitore.

CLASSIFICA RACCONTI:
1. Adelaide J. Pellitteri – BUM BUM BUM
2. Alessandro Gnani – La neve precoce
3. Alessandro Ricci –  Un salto in Paradiso 


La vincitrice, Adelaide, collabora anche con noi di VCUC, potete infatti trovare qualche sua recensione qui sul blog (l’ultima è relativa al romanzo Il soffio della speranza). Il racconto di Adelaide è breve, coinciso, ritmato, sembra quasi una filastrocca… ma riesce davvero a toccare le corde dell’anima. Leggetelo, non ve ne pentirete!

BUM BUM BUM
di Adelaide J. Pellitteri

Dice che sono arrivato nella sua vita solo per distruggerle il mondo meraviglioso che aveva intorno.
Dice che sono il suo dolore, la sua rabbia, la sua disperazione.
Dice che provvederà, e tutto tornerà come prima.

Non sa che, quando ho fatto la mia corsa dentro di lei, il suo mondo era già distrutto.
Non sa che ciò che vedeva, di quel mondo, era solo un riflesso dei suoi desideri.
Non sa che come posso amarla io, non potrebbe farlo nessun altro essere umano.

Marcello non amava lei ma i suoi seni, perché poteva succhiarli come caramelle.
Marcello non rispettava il silenzio sulla loro intimità, amava raccontare ogni cosa agli amici.
Marcello non era un buon compagno, non sarebbe stato nemmeno un buon padre.

Daniela era sua amica perché, insieme, in discoteca le notavano tutti.
Daniela era sincera e si è visto, quando le ha detto: se lo tieni, uscirò con Manuela.
Daniela era sua “sorella”, ma la sfruttava come uno specchio, così la popolarità toccava anche lei.

Fremo perché la vita trova la sua strada sempre e comunque, anche quando i due non la cercano.
Fremo perché già che ci sono mi piacerebbe sentire come si sta tra le braccia di una madre.
Fremo perché non sono ancora niente eppure ho già un cuore che batte: Bum, bum, bum.

Non credo di essere stato io a convincerla.
Non credo di essere riuscito a farmi sentire, non sono ancora capace di scalciare a dovere.
Non credo si possa desiderare niente di più che avere una mamma, magari coraggiosa come la mia.

Ho vinto la mia prima battaglia, sopravvivere alla sua paura, già che tutti l’hanno lasciata da sola.
Ho vinto il trofeo della vita, nel mio futuro i suoi baci, le coccole e i suoi insegnamenti.
Ho vinto perché da quando ha deciso, ha smesso di piangere, lei mi accarezza e io la rassicuro.

Esiste la forza, lei ne ha tanta, per due.
Esiste il domani, il nostro, “l’unico per cui valga la pena lottare”, ha detto.
Esiste l’amore e quello di una madre per un figlio sopravvive per sempre.

Troppi uomini sono come Marcello, sono gli stessi che della mia mamma, domani diranno: è bella, peccato abbia un bambino.

G
ià, ma che ne sanno loro del coraggio?
Non sanno proprio niente, nemmeno dell’amore.
Lo ha detto anche la mia mamma.

Adelaide è anche l’autrice di una raccolta di testi, più o meno lunghi, che raccontano di donne: svariate donne in svariate situazioni, dalla maternità all’aborto, dallo stupro al femminicidio, dalla giovinezza alla vecchiaia, nel passato, nel presente e nel futuro. 

TITOLO: Donne fino a epoca contraria
AUTRICE: Adelaide J. Pellitteri
EDITORE: L’Erudita

TRAMA:
Il ’68, l’avvento delle radio private, le donne in televisione, davanti e dietro lo schermo, il lavoro lontano da casa e dagli affetti, la crisi. Le protagoniste di queste storie attraversano i tempi riportandone i segni sul viso, mentre ballano sul cubo, si imboscano nelle balere per loschi affari o lottano per la propria emancipazione. Il senso di maternità sembra smarrito, difeso contro ogni decreto, e loro sono così attente a tutelarsi da diventare inavvertitamente carnefici, con il coltello dalla parte del manico, tuttavia senza mai riuscire a vincere davvero. Trentadue racconti che aspirano a essere letti come un romanzo, dagli anni Sessanta fino a un futuro lontanissimo, immaginario e delirante, dove lo Stato, spesso distratto, emana leggi a protezione delle proprie cittadine.

Cosa ne pensate? Vi è piaciuto il racconto? Che emozioni vi ha lasciato? 

ALEX

GIUDICI DELL'EDIZIONE: Francesca di Libri, libretti, libracci + Simona de Il Mondo di SimiS + Marta di VCUC + voti sondaggio

concorso letterario, racconti

Comments (5)

  • Racconto coinvolgente, sempre attuale che fa rif-lettere! Metrica e ritmo stimolano la lettura. Complimenti all’Autrice!
    Al primo invio il sistema mi ha detto “sembra che tu abbia già fatto questo commento”. Ma non ero io. Segno che altri hanno avuto la mia stessa impressione! Congratulazioni ancora…

  • Annabella Di Vita

    Farci ascoltare il dialogo silenzioso di un bambino non ancora nato.
    Fotografarne pensieri, paure, dubbi e certezze.
    Farci vivere un vissuto scolorito, spesso dipinto con pennellate di tubetti acrilici, di una donna incerta se diventare madre.
    Mille parole per guidare entrambi ad una vittoria chiamata Amore.
    Direi che ci vuole talento. Complimenti!

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