RECENSIONE: Terapia di coppia per amanti di Diego De Silva
TITOLO: Terapia di coppia per amanti
AUTORE: Diego De Silva
EDITORE: Einaudi
PAGINE: 274
TRAMA:
Due adulti sposati (non tra loro) che si ritrovano uniti da una passione incontrollabile e da un amore coriaceo, particolarmente resistente alle intemperie. Viviana è sexy, vitale e intrigante, e ha un notevole talento per i discorsi intorcinati. È combattuta fra restare amante e alleviare cosi le infelicità matrimoniali o sfasciarsi la vita per investire in un’altra. Modesto è meno chic, decisamente più sboccato e sbrigativo nella formulazione dei concetti, ma abilissimo nell’autoassoluzione. Spara battute a sproposito per svicolare, e fa pure ridere. Moderatamente vigliacco, aspirerebbe alla prosecuzione a tempo indeterminato della doppia vita piuttosto che a un secondo matrimonio, visto che già il suo non è che gli piaccia granché. È nella crucialità del dilemma che Viviana trascina Modesto dall’analista, cercando una possibilità di salvezza per il loro rapporto ormai esasperato da conflitti e lacerazioni continue. Il dottore è spiazzato nel trovarsi di fronte una coppia non ufficiale, libera da vincoli matrimoniali e familiari, che non ha nulla da perdere al di là del proprio amore. Accetterà l’incarico per questa ragione, trovandosi nel mezzo di una schermaglia drammatica e ridicola insieme, e rischiando di perdere la lucidità professionale.
RECENSIONE
Il titolo di questo romanzo, Terapia di coppia per amanti, ne descrive chiaramente il contenuto: Viviana e Modesto – entrambi sposati, ovviamente con altre persone – sono amanti ormai da alcuni anni quando tra loro iniziano a sorgere alcuni problemi relazionali, e così Viviana decide di portare il compagno illegittimo dal terapista.
L’autore, a mio parere, ha fatto un lavoro magistrale nel lasciar raccontare la storia proprio ai due protagonisti. I capitoli sono infatti narrati a POV alterni da Vivi e Mode e, attraverso i loro pensieri, al lettore servono solo poche pagine per inquadrare le loro personalità. La caratterizzazione linguistica dei due – dettaglio non da poco – è immediata, coerente e molto simpatica.
Viviana incarna lo stereotipo della donna sposata e benestante: bella, non lavora, passa le giornate a fare shopping, ha un rapporto distaccato con il marito e sembra stravedere per il figlio; è un po’ troppo capricciosa, a volte insicura e ansiosa, ma sempre assolutamente affascinante. Modesto, al contrario, è l’incarnazione del “vivi e lascia vivere”: un musicista talentuoso ma abbastanza pigro, non ama porsi troppi problemi ed è felice quando ha la pancia piena.
La contrapposizione tra i due – fin dalla prima scena in cui lui attende lei in macchina – fa sorridere, quasi sghignazzare, perché due amanti più diversi non si sarebbero potuti trovare, vien quasi da pensare… E invece, poi, nel corso della storia si scopre che qualcosa in comune ce l’hanno davvero e che entrambi sono molto più complessi – semplicemente umani – di come si sono presentati all’inizio.
Parlando dei personaggi secondari, devo ammettere di aver adorato – pura estasi – la relazione tra Modesto e suo padre. Ah, piccola premessa: Modesto di cognome fa Fracasso. Ecco, insomma… si chiama Modesto Fracasso, capite? Tutta un’idea del suo vecchio, che ha fatto uno scherzone alla moglie e al figlio. Comunque, stavo dicendo: il sig. Fracasso, il padre, è un donnaiolo sbruffone che ha tradito ogni donna (e sono tante) con cui è andato a letto. Però è uno spasso, ha una filosofia (menefreghista) di vita tutta sua e non smette mai di dare consigli (menefreghisti) al suo povero ingenuo figliuolo.
La seconda parte del romanzo, quella che coinvolge direttamente l’analista per intenderci, è in realtà la parte che mi ha convinta di meno: buona e originale l’idea della terapia di coppia (per amanti), meno entusiasmante il personaggio “dottore” in sé e tutte le sue paturnie amorose (spoilerone: in questa storia sembra che tutti abbiano un* amante…).
Superficialmente Terapia di coppia per amanti può apparire come un piacevole ma leggero romanzo da divorare in poche ore (ed in effetti si fa divorare in poche ore); tuttavia, dedicando un po’ più di attenzione alle pagine di Diego De Silva, si possono scorgere prospettive interessanti sulle relazioni di coppia: cosa significare davvero essere amanti? È tutta una questione di scopate? È possibile separare sesso e sentimenti in due compartimenti stagni? Quando passi tanto tempo con una persona, parli, ti racconti, ti confidi, condividi momenti ed emozioni… non è che a un certo punto smetti di scopare e inizi a fare l’amore?
Vi invito a leggere Terapia di coppia per amanti per scoprirlo.
Conclusione in due righe? Libro assolutamente consigliato: riderete, vi emozionerete e vi innamorerete di Vivi e Mode in modo sconclusionato, caotico e appassionato – proprio come la sottoscritta.
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Conoscete questo autore? Vi ispira il romanzo?
Alex
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