RECENSIONE: Sherlock Holmes – Il segreto di Reichenbach di Roberto de Marinis

TITOLO: Sherlock Holmes – Il segreto di Reichenbach
AUTORE: Roberto de Marinis 
PAGINE: 156

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TRAMA:
Nel 1891, Sir Arthur Conan Doyle, decide di liberarsi del personaggio di Sherlock Holmes e nel racconto “The Final Problem” (che esce due anni dopo) lo fa precipitare dalla cascata di Reichenbach mentre lotta con Moriarty. Successivamente, però, dopo numerosissime sollecitazioni, decide di far “tornare in vita” il più fanoso investigatore del Mondo, e in un altro racconto (La Casa Vuota), egli ricompare a sorpresa al dottor Watson in una libreria. Nel seguito, tuttavia, Sherlock Holmes non dirà quasi nulla di quei tre anni in cui è scomparso dalle scene. Dove è stato ? Cosa Ha fatto ? E, soprattutto, con chi ? Al lettore, il piacere di scoprire tutto ciò, in un romanzo pieno di sorprese e colpi di scena.

RECENSIONE

Da amante dei libri gialli quale sono, e naturalmente anche dei classici del genere, mi sono lasciata incuriosire dalla trama di questo breve romanzo, che poi ho scoperto essere il primo di una serie di cinque. 

Fin dall’inizio ho molto apprezzato il prezioso tentativo di ricreare le atmosfere dei libri di Arthur Conan Doyle, non solo con la ripresa di personaggi e avvenimenti ma anche con un grande lavoro sulla lingua e con un tocco ironico che aiuta certamente a svecchiare il testo e a renderlo più accattivante.
Ho quindi deciso di continuare la lettura – malgrado abbia notato qualche criticità nel linguaggio impiegato – proprio per il legame che sento con il personaggio di Sherlock Holmes e le sue storie; ma anche per la curiosità di leggere quale interpretazione avesse dato l’autore di quel mistero, l’apparente morte del famoso investigatore seguita dalla sua ricomparsa, che Conan Doyle fu costretto ad architettare all’impronta viste le aspre critiche dei lettori in seguito al suo tentativo di “fare fuori” il suo protagonista, che ormai gli stava un po’ stretto.

Ebbene, la lettura tutto sommato è gradevole: ritroviamo le tanto amate atmosfere vittoriane e ci appassioniamo al mistero celato dietro la tristezza di Watson, che ancora soffre per la perdita del suo caro amico Sherlock; tuttavia mi sarebbe piaciuto vedere una maggior accuratezza sia nella lingua che nei dettagli della vicenda. L’obiettivo che l’autore si prefigge è ambizioso, non lo metto in dubbio, ma avrei preferito un’opera meno voluminosa (solo la serie de Il segreto di Reichenbach conta 5 volumi) e meglio rifinita (il diavolo sta nei dettagli!), magari con un linguaggio un po’ meno “vintage” però più attento alla grammatica.

Infine notiamo delle piccole incoerenze che non hanno nulla a che vedere né con Sir Arthur Conan Doyle né con le atmosfere vittoriane: ad esempio mi sento di escludere che un medico di fama, come il dottor Watson, possa entrare in un ospedale senza presentarsi e addirittura si faccia cacciare dal medico di turno senza presentargli le sue credenziali né sollecitare la complicità del collega, data per di più la situazione critica del paziente, che si era trovato in pericolo di vita. Sono tutti elementi che contribuiscono a svilire un po’ l’opera di questo autore, che presenta invece interessanti spunti e che potrebbe diventare una vera chicca se emendata di certe piccole imperfezioni. Curioso.


Cosa ne pensate? Siete anche voi degli appassionati di gialli? Vi ispira questo libro?

Alice Croce Ortega


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Commento

  • Roberto de Marinis

    Grazie per la recensione. Mi sento di puntualizzare alcune cose, brevemente per non correre il rischio di “spoilerare” troppo.
    Non deve sembrare strano che il dottor Watson non faccia valere il suo ruolo entrando nell’ospedale in cui è ricoverato il suo informatore; l’eziologia dei fatti è tale che al fido partner di Holmes non appare opportuno suscitare attenzione più di tanto in quel particolare momento.
    Circa il linguaggio e la grammatica, una narrazione meno “vintage” non era in linea con il progetto nel suo insieme, e francamente le varie rivisitazioni a cui è stato sottoposto il romanzo non hanno rivelato errori di tal genere. Cionondimeno coglierò l’occasione per rivedere il tutto per una prossima edizione.
    Grazie dell’interessamento e delle belle parole.
    Roberto de Marinis

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