RECENSIONE: Il mistero di Agatha Christie di Marie Benedict

TITOLO: Il mistero di Agatha Christie
AUTRICE: Marie Benedict
EDITORE: Piemme
PAGINE: 288

TRAMA:
E se il suo più grande giallo fosse stata la sua stessa vita?
È in una sera di ottobre del 1912 che Agatha Miller conosce il tenente Archibald Christie, un giovane pilota bello e sfacciato che insiste per danzare con lei. I due diventano inseparabili, e non bastano l’ostilità delle famiglie o la penuria di mezzi a impedir loro di sposarsi e coronare il proprio amore. Ma quando, nel 1919, Archie torna a casa dalla guerra, è un uomo molto diverso dal ragazzo che Agatha aveva conosciuto, e la vita con lui si rivelerà l’opposto di come la scrittrice l’aveva immaginata. Dicembre 1926. Dopo una furiosa lite, Agatha scompare. La sua auto viene ritrovata sulla riva di un profondo stagno; i segni lasciati dalle ruote e una pelliccia rimasta incomprensibilmente nel veicolo sono gli unici indizi su cosa possa esserle accaduto, o almeno così crede la polizia. Agatha, infatti, ha lasciato dietro di sé anche una misteriosa lettera, di cui solo Archie conosce l’esistenza e il contenuto. In poche ore, l’uomo si ritrova al centro di uno di quei gialli che hanno reso famosa la moglie, tra le implicite accuse degli agenti, l’insistenza della stampa e dell’opinione pubblica e le istruzioni della lettera, da cui dipende il suo futuro. Ma cosa si cela davvero dietro la scomparsa di Agatha? Attraverso questa interpretazione di un episodio enigmatico della vita di Agatha Christie, Marie Benedict ci mostra una donna forte, capace di affrancarsi dalla persecuzione maschilista del marito mettendo in atto quelle abilità logiche e creative che ne hanno caratterizzato le opere.

RECENSIONE

Agatha Christie nel 1926 sparì per dieci giorni. Polizia, giornali e pubblico si mobilitarono per ritrovarla. La versione ufficiale dice che soffrì di amnesia e si allontanò da casa. La versione non ufficiale (ma poi non così improbabile) di Marie Benedict invece racconta di una donna geniale che mette in piedi un piano perfetto per incastrare e punire il terribile marito (per di più adultero) che per anni l’ha fatta soffrire. In questo romanzo l’autrice avanza una spiegazione che tiene conto di Agatha Christie come donna, ma anche e soprattutto come mente sopraffina in grado di creare le più brillanti trame poliziesche della storia del giallo.

Agatha Christie è nata Agatha Miller: Christie infatti è il cognome del suo primo marito, sposato durante la Prima Guerra Mondiale, quando lui faceva il pilota e lei l’infermiera. Al tempo affascinante, curioso, avventuroso, Archie Christie le aveva rubato il cuore. In questo libro Marie Benedict alterna capitoli ambientati nel passato – che seguono la prospettiva di Agatha – ad altri situati nel presente – che seguono invece il marito; questa soluzione permette di esplorare lo sviluppo (o meglio, il deterioramento) della loro relazione.
Archie Christie, subito dopo la guerra e con la fine della sua carriera come aviatore, attraversa fasi di “depressione” e sfoga le sue insoddisfazioni sulla moglie, che non è mai abbastanza attenta – secondo lui perlomeno – alle sue esigenze, non è abbastanza magra, abbastanza pacata, abbastanza comprensiva. Insomma, non è abbastanza. Tra le diverse pagine si legge di una Agatha Christie che cerca di fare del suo meglio, di mettere il marito davanti a qualunque altra cosa, anche davanti alla figlia e alla scrittura delle sue storie – attività che dava ad Archie un certo fastidio perché lo faceva sentire meno in controllo delle finanze e della famiglia. Insomma, “meno uomo”.
Dai capitoli del “passato” emerge una Christie artistica ma imbrigliata in una relazione molto costrittiva, il ritratto di una donna che cerca di aderire al canone di moglie perfetta e di seguire il modello che le è stato insegnato dalla famiglia e dalla società – per quanto le sia stretto. Questo si traduce anche nell’abitudine di prendersi la colpa per ogni mancanza di Archie e nella tendenza a idealizzare il compagno. Alla fine scopriamo però che nella parte narrata dal punto di vista di Agatha, lei stessa ha voluto tacere al lettore alcune importanti informazioni… Qui Marie Benedict ha ripreso il trucco usato dalla Christie stessa ne L’assassinio di Roger Ackroyd: non sempre il narratore è affidabile, anzi… Non dico altro per non fare spoiler.

Il finale – e la risoluzione del mistero della scomparsa di Agatha – a mio parere è leggermente affrettato, forse sarebbe servito qualche dettaglio in più… ma devo ammettere che è stato soddisfacente vedere la Christie nei panni del suo Poirot, pronta a illustrare al marito come aveva organizzato il suo piano di vendetta e come si erano svolti i fatti. L’idea che la temporanea sparizione della grande giallista si possa spiegare con la sua decisione di riprendere in mano la propria vita, liberarsi dalle costrizioni del marito e punirlo per le sue “malefatte” è molto interessante, plausibile anche se forse non corrispondente alla realtà.

Un’ultima cosa che ho molto apprezzato è lo stretto rapporto che la Christie aveva con sua madre, una donna abbastanza tradizionale ma in grado di sostenerla con profondo affetto. Credo siano interessanti anche le riflessioni su come la prepotenza del marito abbia influito negativamente sul ruolo di madre della protagonista e sul rapporto che lei ha sviluppato con la figlia Rosalind quando quest’ultima era piccola. Questo libro non è una biografia storicamente accurata, ma sicuramente aiuta ad andare oltre i famosissimi Miss Marple e Poirot per far luce sugli aspetti meno conosciuti della vita della loro creatrice.

Dopo aver letto Il mistero di Agatha Christie, non posso che dispiacermi per una cosa… ovvero che tutti conosciamo Agatha con il cognome del suo primo (immeritevole) marito.

Alex

Agatha Christie, donne, giallo, recensione, storia

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