IN MILLE PAROLE #20: Libero il mondo in un biiip di Aedeone

Buongiorno a tutti e tutte!
Siamo giunti alla conclusione del nostro concorso: dopo quasi quattro anni, In mille parole si chiude qui. In queste venti edizioni abbiamo letto racconti divertenti, malinconici, fantastici, romantici e persino misteriosi… insomma, gli autori e le autrici partecipanti ne hanno scritte davvero di tutti i colori, stupendoci sempre con la loro immaginazione. Abbiamo condiviso storie, consigli, penne ed emozioni. Abbiamo condiviso un viaggio, un percorso di crescita, un’amicizia. Il concorso ora si chiude qui, ma crediamo e speriamo che tutto quello che abbiamo imparato e coltivato con In mille parole possa accompagnarci tutti a lungo.
Mi rivolgo ora direttamente ai partecipanti: lo sappiamo, siete tristi. Tuttavia noi giudici crediamo che il concorso sia arrivato alla sua degna conclusione e non vorremmo, portandolo avanti troppo a lungo, rovinare la sua essenza e il divertimento che ci ha regalato finora. Non sappiamo ancora se nei prossimi mesi organizzeremo qualche nuova attività per scrittori… ci stiamo pensando e vi terremo aggiornati.
Grazie di cuore a tutti voi che ci avete regalato le vostre storie. Le custodiremo con affetto.


Ecco qui la classifica di quest’ultima edizione:

  1. Libero il mondo in un biiip di Aedeone
  2. Sbarcare il lunario di Stefano Pagni
  3. Lava-lamp di Dario Di Gesù 

Qui sotto trovate la versione integrale del racconto vincitore, che questa volta coincide anche con il mio racconto preferito: complimenti doppi ad Aedeone!

Biiip! Biiip!

È mattina e questo meraviglioso suono della sveglia mi desta da un sonno profondo che non provavo da mesi. Apro un occhio per prendere la mira e con un colpo ben assestato colpisco l’orologio-sveglia che vola verso il muro alla destra del mio letto e si frantuma in mille pezzi.

Oh, che fantastica giornata è appena iniziata!

Non sono per nulla nervoso, ma vorrei picchiare il mondo con una mazza da baseball chiodata, solo per vedere l’effetto che fa. Sì, voglio capire cosa si prova a percuotere il prossimo violentemente, solo un esperimento scientifico che non ha nulla a che vedere con il fatto che sono stato lasciato da mia moglie dopo anni di placida vita coniugale. Anche questo non lo capisco: mi ha abbandonato solo perché ho smesso di insultarla per il modo in cui faceva i lavori di casa mostrandole come si usa la scopa dalla parte del manico.

Adesso sono solo e posso godermi la vita a partire da questo splendido e solare lunedì mattina.

Fuori piove a dirotto, tuoni e fulmini minacciano tempesta, ma qui dentro c’è la tranquillità che serve per rilassarmi e affrontare amichevolmente il mio capo che lo scorso venerdì mi ha consegnato la lettera di richiamo. È la terza in poco meno di due mesi, ma sicuramente deve esserci un errore e, per questo, mi ha convocato oggi nel suo ufficio. Io sono pronto, anzi più che pronto visto che ho scritto anche una bella poesia in rima per lui:

Tra tre esplosioni di gaudio, alzata di dito (medio)

Oh, mio divin superiore

Possa tu schiattar di crepacuore.

Ah, ma mica subito subito

Non prima che tu abbia subito

Eh sì, una tortura ‘si tosta

Quanto a me la tua risposta!

Uh, dimenticavo un particolare,

la Ferrari t’ho rigato, su col morale!

Iiih iiih iiih sai che risate,

tutte a te destinate.

Sono fuori, in questo mondo fuori posto, ma dentro di me è tutto in ordine. Ho di fronte chiaro e limpido quello che devo lasciar dietro per non farmi influenzare da ciò che potrebbe mandare in bestia chiunque. Chiunque tranne me.

Biiip! Biiip!

Sono fuori di casa, dentro l’auto e il suono del clacson mi ricorda che a qualcuno la patente di guida è stata data con i punti della tessera del supermercato. Mi taglia la strada un SUV, quindi m’attacco ancora al clacson: Biiip! Biiip!

«brutto biiip, faccia di biiip, guarda dove vai altrimenti di rompo il biiip!»

Il clacson funziona alla grande, che splendida giornata!

C’è anche meno traffico del solito e questa mattina per arrivare in ufficio i soliti tre chilometri riesco a farli in trenta minuti risparmiando ben quattro minuti da quel biiiip del mio vicino di casa che, poco saggio, decide di andare a piedi verso la stessa destinazione.

Per questo il mio umore migliora e sfrutto i minuti guadagnati per andare ad acquistare un coltello da cucina proprio nel negozio di fronte alla sede di lavoro. Oggi è il compleanno della segretaria dell’amministratore delegato e sicuramente porterà una torta per festeggiare, ma sbadata com’è non si ricorderà che serve anche qualcosa per tagliare le fette e distribuirle a tutto lo staff. Entro in ufficio e trovo il mio capo ad aspettarmi con una busta in mano e con un ghigno famelico stampato su quella faccia di biiip che si ritrova. Apro la busta e della lettera ivi contenuta leggo solo le prime parole in grassetto:

Lettera di licenziamento per giustificato motivo oggettivo

Finalmente libero. La giornata vira dallo splendido al magnifico: sono svincolato da tutti e posso finalmente liberare il mio io migliore. Tiro fuori il coltello appena acquistato e lo affondo nel ventre del capo. Il suo ghigno si trasforma in espressione di stupore, poi in smorfia di dolore e crolla a terra. Terra. In quel momento la mia mente torna a quando ero bambino e recito a memoria la fine, la fine di una filastrocca che rimbomba da sempre nella mia testa: “Casca il mondo casca la terra, tutti giù per terra.”

Scendo lentamente le scale fino al piano terra, sorrido alla affascinante signorina dietro la reception e scendo ancora. Sono nello scantinato, nel buio fondo del palazzo del mio ufficio. “Giro giro tondo, il mare è fondo, tonda è la terra, tutti giù per terra

Il mare. Di fronte a me la visione delle onde agitate che sciacquano quel che resta dello sporco che avevo dentro. Libero da tutti. Libero da tutto. Mi libero dei pantaloni, sfilo la cintura e la passo intorno ai tubi del riscaldamento che vagano per il soffitto del seminterrato come se fossero un tortuoso labirinto, contorto e senza fine. Non è labirintica la mia mente, non è mai stata così lucida, liscia come il collo intorno al quale sto legando la cintura. Libero. Mi lascio andare.

***

Il cadavere di un uomo di circa cinquant’anni è stato ritrovato nello scantinato di un palazzo già teatro di un tentativo di omicidio (fortunatamente non finito in tragedia) in quello stesso giorno. Nella macabra scena una vena tragicomica si avvertiva osservando le gambe nude della vittima, pantaloni calati alle caviglie e un foglietto stretto tra le mani su cui erano scritte, con mano ferma e sicura, le seguenti parole:

Che due biiip! Mi avete rotto le palle!


Grazie a tutti i partecipanti e a tutti i lettori!
A presto, con tante nuove idee e attività.

Alex

autori emergenti, concorso letterario, racconti, Racconti brevi

Lascia un commento

Iscriviti alla nostra Newsletter:

Contatti

EMAIL

info.vcuc@gmail.com

Seguici


Licenza Creative Commons
Vuoi conoscere un casino? blog di VCUC è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso https://www.vuoiconoscereuncasino.it/contatti/.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. I contenuti e le immagini sono stati utilizzati senza scopo di lucro ai soli fini divulgativi ed appartengono ai loro proprietari. Pertanto la loro pubblicazione totale o parziale non intende violare alcun copyright e non avviene a scopo di lucro. Qualora i rispettivi Autori si sentano lesi nei propri diritti, sono pregati di contattarci e in seguito provvederemo a rimuovere il materiale in questione.